Qualche tempo fa ho assistito alla rievocazione di un matrimonio stile anni Cinquanta. È stata una manifestazione sospesa nel tempo, in cui la rievocazione è andata oltre la semplice rappresentazione recitata.
Figuranti in abiti anni ’50, hanno animato il centro storico di Rapino (Chieti) mettendo in scena un matrimonio che settanta anni fa aveva un rituale straordinariamente semplice e profondamente radicato in una fede umanitaria. Quella fede che si ha incondizionatamente verso la speranza di una vita costruita in un nucleo familiare, senza troppe domande, senza lasciar spazio a dubbi e ribellioni.
Ci si conosceva, spesso anche per “procura”, ci si accordava, si stipulava un contratto redatto e sottoscritto dai genitori degli sposi e a questi ultimi, giovanissimi, si passava poi la responsabilità di proseguire da soli.

I paesani in festa, tra scorci scenografici d’effetto, hanno interagito con gli spettatori divertiti, convergendo infine sul pranzo nuziale in piazza, satura del profumo di un menù tipico dell’epoca.
A conclusione della splendida giornata, lo scenario notturno della piazza ha ospitato la proiezione del film “SPOSI” realizzato dal regista abruzzese Dino Viani il cui lavoro, da sempre, celebra la conservazione della memoria e delle tradizioni con un linguaggio poetico e introspettivo.
Il regista, che nel 2009 ha partecipato al Festiva di Cannes con il cortometraggio “Canto 6409” sul dramma del terremoto a L’Aquila, ha realizzato un film in cui ha lasciato libero sfogo a un flusso orale capace di creare immagini, ricordi e suggestioni. Il film/documentario infatti, raccoglie le testimonianze di coppie che si sono sposate a Rapino nel periodo che parte dall’immediato dopoguerra a oggi, mostrandoci l’evoluzione del rito del matrimonio.
Divertente quanto commovente, il film ci ha fatto viaggiare nel tempo, percependo sentimenti semplici, espressi con pudore e innocenza, coltivati tra mille difficoltà ma sopravvissuti con una dignità senza pari.
È così che l’associazione culturale “Amici di Rapino” ha voluto ricordare un passaggio della storia del loro paese, onorando la tradizione, ricordando usi e costumi.
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Contenitore di pensieri, elucubrazioni, meditazioni… Testo e foto ©PaolaDePillo
Scene da “Lu matrimonje”, Rapino (Chieti), 25 settembre 2016.